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La fotografia per comprendere e aiutare l’autismo

La fotografia per comprendere e aiutare l’autismo

Le fotografie e le immagini sono ormai una presenza costante della nostra vita quotidiana, le abbiamo sempre davanti in modi diversi e per ragioni diverse, ma ognuno di noi in quel riquadro può vederci cose differenti. Per alcuni la fotografia è il modo per conservare il ricordo di un momento, per altri può essere lo strumento per documentare un’esperienza o un fatto e altro ancora.

La maggior parte di noi, quando guarda una fotografia, tende a vederne solo un significato superficiale ma in realtà, più in profondità, oltre all’immagine ci può essere un messaggio di cui non riusciamo a sentire la voce.

La fotografia è utilizzata in molte terapie da decenni, eppure tante persone sono ancora inconsapevoli dei benefici che può avere per la salute e del potenziale di crescita che racchiude. I fotografi, come altri artisti, sono consapevoli dell’aspetto terapeutico del loro lavoro e del significato che possono trasmettere con lo strumento nelle loro mani, anche se questo poi può essere interpretato in maniera diversa da ogni persona. Le fotografie in particolare hanno la capacità di esprimersi simbolicamente, comunicando senza parole, trasmettendo sensazioni senza toccare.

I disturbi dello spettro autistico

La denominazione di “disturbi dello spettro autistico” si usa per descrivere persone che hanno un insieme di caratteristiche comuni conosciute come “triade sintomatologica dell’autismo”, che fa riferimento alla difficoltà di:

  • comunicare con o senza parole;
  • interpretare il comportamento degli altri e relazionarsi;
  • pensare e comportarsi in modo flessibile, per potersi adattare a situazioni specifiche.

Queste caratteristiche possono variare molto da soggetto a soggetto, comprendendo anche problematiche più specifiche dell’autismo classico come la sindrome di Asperger o la sindrome di Kanner, e possono verificarsi in concomitanza di altri disturbi (ad esempio disabilità sensoriali, disabilità intellettive, deficit di attenzione per iperattività, eccetera).

Le immagini per le persone con autismo

Un gran numero di persone affette da autismo sono pensatori visivi, cioè pensano con immagini anche quelle cose che normalmente non richiederebbero un’elaborazione visiva. Temple Grandin, una professoressa universitaria americana che è una delle personalità più note tra quelle affette da disturbi dello spettro autistico, ha scritto: “Penso in immagini. Le parole per me sono come una seconda lingua”.

Le persone autistiche pensano con immagini di precisione fotografica, per questo le fotografie rappresentano gli elementi visivi più ovvi e comprensibili per chi ha difficoltà ad astrarre significati e sono usate da professionisti e famiglie nell’intervento educativo, per facilitare ed aiutare le persone con autismo a comprendere l’ambiente che li circonda.

Le fotografie per aiutare i bambini con autismo

I bambini affetti da autismo spesso hanno difficoltà a concentrarsi sui compiti da svolgere, ad adattarsi ai cambiamenti e ad esprimersi in maniera efficace. Le foto possono aiutare questi bambini a migliorare la loro comunicazione fornendo un’immagine visiva dei loro sentimenti, dei loro pensieri, dei loro desideri o bisogni.

L’uso delle fotografie per comunicare può aiutare ad aumentare le capacità di memorizzare del bambino, la sua comprensione del mondo e la sua abilità di comunicazione sociale. Perchè le foto sono importanti per la comunicazione?

  • Le foto aiutano i bambini con autismo ad esprimersi più facilmente.
  • Le foto correlate all’ambiente del bambino forniscono opportunità per la comunicazione funzionale quotidiana.
  • Le foto, insieme alle parole scritte, possono aiutare a migliorare le proprietà di linguaggio ed il vocabolario.
  • La comunicazione per fotografie aiuta a ridurre i problemi di comportamento, fornendo un modo coerente di comunicare sentimenti, pensieri, desideri e necessità.

Che foto usare per comunicare con i bambini? Usa foto semplici, con pochi soggetti e pochi colori per i bambini più piccoli, aumentando la complessità delle immagini quando migliorano l’apprendimento e la comunicazione. Anche le capacità visive e comprensive dei bambini possono variare da soggetto a soggetto.

Con le foto in bianco e nero si possono eliminare elementi di distrazione; i bambini con poca o nessuna comunicazione verbale traggono beneficio da queste foto semplici e stabiliscono abilità di comunicazione introduttive. Le foto di elementi colorati e con più dettagli si possono utilizzare per identificare oggetti e luoghi che fanno parte dell’ambiente naturale del bambino, per sviluppare motivazione ed un significato personale.

Tre cose da tenere a mente

  • Ogni bambino avrà un diverso livello di abilità utilizzando le fotografie.
  • Si ha maggior successo con foto dallo sfondo bianco che consentono di concentrarsi sul soggetto dell’immagine.
  • Osserva le preferenze fotografiche del bambino e usa quelle più efficaci per migliorare la comunicazione e le abilità nella sua vita quotidiana.

La fotografia avvicina genitori e figli autistici

Sono tanti i progetti fotografici che coinvolgono genitori e figli con problemi di autismo, progetti sviluppati e fatti conoscere sulle pagine dei social come Facebook o Instagram in cui genitori, spesso fotografi professionisti o fotoamatori avanzati, ritraggono la vita e le espressioni dei loro bambini nella quotidianità.

Si tratta di progetti che in molti casi possono durare per anni e cambiare profondamente la vita della famiglia, che apre questa problematica al mondo esterno, ma che soprattutto impara a conoscersi e capirsi meglio l’un l’altro. La collaborazione fotografica padre-figlio più celebre è probabilmente quella del fotografo Timothy Archibald con il figlio Eli, che hanno creato le meravigliose fotografie del progetto Echolilia di cui hanno pubblicato più volumi.

Timothy ed Eli hanno creato insieme foto significative e poetiche per anni, il progetto li ha portati a viaggiare molto per le presentazioni del libro ed hanno avuto un riscontro fortemente positivo, specialmente da parte dei genitori di bambini autistici che cercavano di fotografare situazioni simili a quelle di Eli con i loro figli.

Meraviglioso anche il lavoro della madre e fotografa Kate Miller-Wilson, in cui mostra come avere dedizione e amore per un bambino con autismo, una difficoltà che vista con occhi amorevoli può diventare anche splendida arte. Alcune fotografie sono spontanee, molte altre sono pianificate insieme, soprattutto quelle in cui tra il figlio Eian e l’obiettivo c’è una sorta di barriera che aiuta a stabilire un contatto visivo con la macchina fotografica.

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